Il Giappone è una terra ricca di ispirazioni e spunti creativi, soprattutto sotto il punto di vista artistico. Una tecnica artigianale molto interessante di stampo giapponese nata nel VIII secolo dopo Cristo, è indubbiamente lo Shibori. Una tecnica adoperata per tingere i tessuti in modo totalmente naturale e ottenere decorazioni originali e particolari.
Tecnica Shibori, origini e significato
Il nome Shibori deriva dalla parola “shiboru” che significa appunto stringere, torcere, infatti i tessuti da tingere vengono piegati su loro stessi e legati tramite spago, mollette, fili ed elastici. In questo modo saranno isolati durante la fase di assorbimento del colore e rimarranno delle porzioni di tessuto non tinte. Ma non solo, si potranno introdurre tubi di metallo, palline, bastoncini di legno, o anche cucire il tessuto con il filo. Dopo essere stato legato, il tessuto viene immerso in una tintura, la maggior parte dei casi di colore blu, in modo che assuma la nuova colorazione, mentre le parti legate rimangono della tonalità originale del tessuto.
La tintura con indaco
L’indaco è la sostanza che viene tradizionalmente impiegata nella tecnica Shibori per ottenere la colorazione blu. È possibile tingere il tessuto in due modi: con l’estrazione del pigmento indaco oppure con l’indaco crudo.
Da dove estrarre l’indaco?
L’indaco naturale si ottiene dalla macerazione delle foglie di 3 tipi di piante:
- Indaco Indiano o Indigofera tinctoria – il colore più intenso
- Il Guado o Isatis tinctoria – 20 volte meno intenso dell’Indaco Indiano
- Indaco giapponese o Persicaria tinctoria – una via di mezzo tra le due piante
L’indaco fresco viene adoperato esclusivamente per la tintura delle fibre animali, come lana e seta. Per tingere, bisognerà utilizzare 30gr di foglie ogni litro di acqua. Ottenuto fresco dalle piante però, l’indaco non produrrà il più conosciuto color blu scuro, ma sarà più delicato, tingendo il tessuto di un bellissimo azzurro intenso, il cosiddetto azzurro Savoia.
Per tingere con l’Indaco le fibre vegetali invece, come cotone e lino, bisognerà invece procurarsi il pigmento di Indaco, ottenuto tramite la fermentazione della pianta, che genererà una tintura di colorazione blu scura più intensa.
Come fare lo Shibori
Esistono diverse maniere per piegare il tessuto ed ottenere risultati differenti, in particolare possiamo distinguere 3 tecniche:
- Ne-maki: arrotolando elastici o filo intorno al tessuto
- Nui: cucendo il filo sul tessuto
- Pita: comprimere con i pezzi di legno
La tecnica Shibori è indicata per decorare, con fantasie astratte, tovaglie, strofinacci, federe di cuscini, tovaglioli, borse in tela e altri tessuti di dimensioni ridotte; una semplice idea per donare un nuovo look a elementi semplici. L’imperfezione e l’astrazione dello Shibori garantiscono sempre un risultato ricco di sorpresa e sempre nuovo.
È possibile arricchire la tintura Shibori inserendo piante e fiori tra le pieghe del tessuto in modo che caratterizzino maggiormente la fantasia. Inoltre, rimanendo sul tema naturale, si potrebbe sperimentare la tecnica Shibori adoperando altre tinture vegetali ottenuti da piante e ortaggi, come ad esempio l’ortica, le carote, i carciofi, i ravanelli, la barbabietola o il glicine.
Non resta che mettersi all’opera!